Differenze tra le versioni di "Gonar Pabirak"
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Versione delle 14:56, 14 ott 2009
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Indice
Generalità
Nome: Gonar
Cognome: Pabirak
Data di Nascita: 16 Kythorn 1346
Luogo di Nascita: Foresta di Hullack (Cormyr)
Razza: Mezzelfo
Capelli: Castano chiaro, media lunghezza, legati a coda di cavallo
Occhi: Verdi
Peso: 75 kg
Altezza: 1.80
Segni particolari: Cicatrice visibile sulla spalla destra.
Storia
Gonar nacque in una foresta di poco distante dalla città di Arabel, situata nel Cormyr, all’interno di una medio-piccola comunità efica.
Sua madre, Eleanor, di natura elfica lo generò insieme a suo padre, Toki, di natura umana e di professione mercante libraio, una mattina di primavera.
Purtroppo, come spesso accade, il giorno della nascita di Gonar coincise con l’ultimo dei giorni di Eleanor. L’ottima reputazione di cui Toki godeva tra la gente della piccola comunità elfica gli permise tuttavia di continuare a vivere in serenità con il figlio nella casa della madre, casa che già da tempo egli condivideva con Eleanor.
Durante questo felice periodo Gonar crebbe sereno, allevato secondo la cultura elfica dalla sua nutrice Estalia, e dal padre stesso.
Dopo un certo tempo, però, questa serenità venne meno, infatti, a causa dei conflitti nella vicina regione Sembia, gli affari commerciali subirono un forte calo e a Gonar e a suo padre non restò che mettersi in viaggio verso Sud alla ricerca di terre commercialmente più prospere.
Iniziò una fase travagliata dell’infanzia di Gonar che si protarrà per diversi anni e che lo porterà anche a conoscere il mondo della piccola criminalità. La sua agilità, infatti, lo rendeva un ottimo ladruncolo.
E’ in questo periodo che l’animo di Gonar si indurì e perse di spontaneità e allegria, caratteristiche tipiche dell’infanzia.
Le cose andarono sempre peggio sinchè non venne il giorno in cui Toki, non potendolo più sfamare, lo abbandonò in un monastero.
L’odio per il padre e la nuova solitudine travolsero Gonar, il quale difficilmente ruscì a trovare una sistemazione entro le solide gerarchie monastiche a lui così fastidiose, soprattutto dopo essere stato per lunghi anni uno spirito libero.
Ci fu una cosa all’interno del monastero che ne attrasse comunque l’interesse: il suo tutore Sarnek.
Sarnek era un monaco umano che doveva avere su per giù una cinquantina d’anni, il cui volto severo era segnato dalla rughe e dalla barbetta bianca che dal mento si protaeva biforcuta. Nonostante l’età dimostrava ancora un’agilità, una sicurezza e una precisione nei movimenti tali di un ragazzo. Fu così che a poco a poco con il passare dei giorni all’ombra di quell’uomo, Gonar dimenticò tutte le vicessitudini passate e l’odio verso il padre.
Ebbe inizio un lungo periodo di vita monastica per Gonar durante il quale fu iniziato, dapprima, alle tecniche di combattimento senz’armi e all’accrescimento del ki interiore e, poi, ai valori sui quali un monaco deve sempre fare riferimento: la pazienza, la costanza, la determinazione e la concentrazione.
Per quanto concerne la religione, c’è da dire che il monastero non seguiva un particolare culto e, anzi, lasciava libero spazio ai propri monaci di aderire a qualsiasi tipo di culto, purchè ciò venisse fatto nel rispetto della vita monastica colletiva. Ciò era possibile in quanto la religione non veniva considerata peculiarità fondamentale del monaco.
Fu quindi Sarnek ad iniziare Gonar ad un culto, il suo culto, il culto di Bane. Egli infatti faceva parte di una setta particolare che ne venerava la divinità e che ne proclamava la venuta in un giorno prossimo.
Gonar, non condivideva a pieno queste idee, ma l'ammirazione per il maestro lo portarono a seguire comunque questi insegnamenti. Decise anche di partecipare, affiancato e guidato maestro, ad alcune missioni impartite dalla Setta per poter acquisire più facilmente esperienze di vita e combattive che all'interno del monastero non avrebbe mai potuto percepire.
Alla morte del maestro, l’unico affetto che lo legasse a quel posto di ferree dottrine era andato perduto e perciò la sua vita era pronta a prendere una svolta nuova, un nuovo obiettivo andava a profilarsi all’orizzonte: raggiungere la perfezione dell’arte per eguagliare il livello del Maestro.
Decise quindi di mettersi in viaggio, di tornare a vagabondare come già aveva fatto per lungo tempo in passato per raggiungere i suoi obiettivi.
E' durante questo periodo di vagabondaggio che, tra le altre cose, Gonar si procura la vistosa cicatrice che ha sulla spalla.
Una nuova svolta nella vita di Gonar si è aperta pochi giorni fà, quando Talwin Fujiji, rimasto colpito dalla naturalezza con cui Gonar si è preso gioco di un Paladino di Tyr, decise di arruolarlo tra i suoi mercenari.
L'avventura di Gonar all'interno di questa nuova compagnia, iniziò con un viaggio alla ricerca del Capo dei Banditi, a nord di Waterdeep. E' tuttavia probabile che le ambizioni di entrambi aprano nuovi orizzonti di fama e di potere.
Carattere
Determinato, paziente,razionale e leale. Sà stare all’interno di un gruppo, del quale, per natura, è portato ad assumerne il comando o, se ciò non fosse possibile, a ricoprire un ruolo d’importanza. Si sente in qualche modo sentimelmente legato alle terre del Sud e al suo Maestro, di cui cerca di emularne tecniche e gesta.
La vita nel monastero gli ha infuso delle tradizioni dalle quali non sà più prescindere (danaro e cibo solo in quantità sufficienti al proprio fabbisogno, massimo riguardo per la tunica).
E’ attratto dalla cultura elfica; crede che la magia elfica possa in qualche modo aiutarlo nella ricerca della perfezione dell’Arte.
Prova un senso di antipatia e leggera diffidenza verso:
• I mezzorchi (in quanto mezzelfo)
• Gli gnomi (in quanto non possiedono una tradizione monastica)
• I nani (in quanto non possiedono una tradizione monastica)
• Gli halfling (in quanto non possiedono una tradizione monastica)
• I seguaci di Tyr (in quanto iniziato ai culti di Bane)
Codice Morale
1. La Perfezione sopra tutto.
2. E’ lecito usare qualsiasi mezzo per raggiungere l’obiettivo.
3. I patti sono indossolubilmente legati alla lealtà.
4. La lealtà è un valore fondamentale, ma se tradisci la mia, sei morto.
5. Chi sfrutta la magia divina per combattere è un vile ed un incompetente.
6. Non si attacca mai chi è in stato di incoscienza o stà dormendo.
7. Crescere senza entrambi i genitori è una barbarie.
Gesta
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Non tutti sanno che...
- ...ha passato un'intera giornata inebetito sotto l'effetto dell'incantesimo Regressione Mentale, lanciatogli da un drago blu.
Dicono di lui
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